Ebrei Parassiti

Ebrei Parassiti

i postulati scientifici che condizionano i comportamenti sociali

di Shazarahel

 ebrei parassitiSpesso le più grandi scoperte scientifiche fioriscono sul terreno di esperienze personali.

Spesso ciò che spinge alcuni uomini di scienza ad avventurarsi lungo strade di ricerca sconosciute ed inesplorate è l’aver constatato la parziale o totale inefficacia delle strade consuete forgiate dai dogmi di turno.

Spesso l’aver sperimentato sulla propria pelle malattie non curabili dalla medicina ufficiale, ha spinto tanti medici a sperimentare forme alternative di terapia.

Anche nel mio caso, la ripetuta esperienza fallimentare delle cure antibiotiche prescritte per disturbi di varia origine e la constatazione di un progressivo peggioramento della salute, mi hanno portata ad interrogarmi sulla natura di agenti patogeni che sarebbero la causa delle malattie, come batteri, microbi, virus e sul sistema adottato dalla Medicina convenzionale per debellarli.

 Da queste riflessioni personali nacque l’invito da parte mia ad uomini di scienza e medici di frontiera di rinomata sapienza, a scrivere un articolo su questo tema (che è il tema trattato in questo primo numero della nostra rivista).

 Il progetto Madaat, fu preceduto da una fertile discussione fra lo stimatissimo dott. Sergio Belforti (del quale pubblichiamo un articolo), sostenitore della NMG (Nuova Medicina Germanica) elaborata dal dott. Hamer, e me.

Secondo il dottor Hamer i microbi non sarebbero la vera “causa” della malattia, ma semmai i fedeli servitori di un sistema di autoregolamentazione del corpo governato dal cervello.

 Mi stupiva profondamente che l’autore di una tale intuizione rivelasse allo stesso tempo una mentalità sprezzatamente antisemitica e negazionista, così co-me emerge da sue numerose dichiarazioni diffuse sul web…

Ritornavano quelle categorie utilizzate dalla propaganda nazista che identificavano gli ebrei a parassiti, bacilli, microbi, pidocchi, cancro che infetta il corpo dell’umanità, i quali, come tali, dovevano essere soppressi ed eliminati definitivamente.

Questa identificazione fu tale che gli ebrei nei campi di sterminio venivano gassati per mezzo del gas pesticida Zyklon B abitualmente usato per la disinfestazione di parassiti.

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In questa immagine così come nelle seguenti, vediamo rappresentato il mito dell’ebreo-parassita che succhia il sangue del mondo, così come veniva propinato dalla propaganda nazista e ripresa oggi dalla satirica di matrice islamica.

 

“L’Ebreo è la larva di un corpo in corruzione, una pestilenza, peggio della peste nera del passato ed è un portatore di bacilli della peggior specie, l’eterno fungo divisore (” Spaltpilz” o schizophylle comune) dell’manità, il calabrone scansafatiche che s’introduce presso gli altri, il ragno che succhia lentamente il sangue delle nazioni, una banda di topi che si battono a sangue, il parassita nel corpo di altri popoli, il parassita tipico, uno scroccone, che va a moltiplicarsi come un microbo dannoso, l’eterna sanguisuga, il parassita delle nazioni, il vampiro dei popoli.” (citazioni tratte da Mein Kampf di hitler)

Mi faceva riflettere che proprio un medico di frontiera come Hamer, il quale sostiene che i microbi non siano nostri nemici, tuttavia aderisse alla lugubre visione filonazista che considera gli ebrei -minoranza etnica nel cuore delle nazioni- come nemici, come una “minaccia” parassitaria che infesta il corpo dell’umanità e che deve essere debellata. Mi pareva un’evidente contraddizione in termini che rivelava un’incapacità di saper mettere in atto, in altro contesto, gli enunciati da lui stesso elaborati.

Ma questa riflessione mi spinse oltre.

Una visione scientifica ben precisa stava alla base delle trionfanti teorie divulgate dalla propaganda nazista: si tratta della visione della medicina classica, che vede nei microbi, nei batteri e nei virus dei nemici esterni ed estranei all’organismo da combattere e sterminare, applicata a uomini di una diversa etnia. Oppure esattamente il contrario: si tratta di categorie belliche e nazionaliste in voga all’epoca, che esaltavano il combattimento eroico contro l’avversario, applicate alla ricerca medica.

In un caso o nell’altro, esiste una stretta corrispondenza fra le nostre ideologie sociali e politiche e il nostro approccio terapeutico alla salute dell’organismo.

Ad ogni epoca, la nostra visione scientifica della realtà condiziona i nostri comportamenti sociali e viceversa.

In effetti, come la storia ci ha più volte tragicamete dimostrato, la scienza da sola, privata dei valori morali, può diventare un diabolico strumento di distruzione.

Non a caso, una delle tante colpe che hitler imputava al popolo ebraico era quella di aver inventato la “coscienza morale”, concetto che il nazismo tenterà di sradicare del tutto dall’immaginario collettivo.

Il codice etico e morale contenuto nella Bibbia ebraica ha ispirato le grandi religioni ed è alla base dei sistemi giuridici civili e penali del mondo occidentale ed islamico.

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A motivo dell’influenza che le visioni scientifiche esercitano sulle azioni umane, l’ebraismo concepisce una ricerca scientifica che sia illuminata dalla sapienza dei testi sacri; come sostiene Rav Alexandre Safran “la scienza esatta, autonoma, non può generare valori morali” (in Saggezza della Cabbalà, ed. Giuntina, Firenze 1986, pag.101)

Possiamo constatare che tuttora la medicina allopatica tradizionale adotta le stesse misure di difesa nei confronti degli agenti patogeni esterni ed interni all’organismo, che la società adotta nei confronti di coloro che minacciano la stabilità nazionale e l’ordine costituito: l’attacco, l’offensiva drastica, l’opposizione violenta, la lotta, la guerra e l’annientamento del corpo considerato “estraneo” costituiscono il “rimedio” al male che deve essere sconfitto con la forza.

Per entrambe le concezioni il nemico da combattere è sempre “esterno” a noi: modo semplicistico di sbarazzarsi del peso delle proprie responsabilità per-sonali sia nello sviluppo delle malattie che nelle relazioni con gli altri, in modo speciale con chi è diverso sa noi.

L’approccio alla malattia della medicina tradizionale si fonda sull’antico modello dualistico e dicotomico del pensiero greco.

La nostra percezione della realtà è tradotta in un linguaggio binario che oppone i contrari: il bene e il male, la luce e le tenebre, il maschio e la femmina, il buono e il cattivo, il bello e il brutto, la verità e la menzogna, la fede e la ragione, la religione e la scienza, ecc… ecc…

A partire da quest’antica concezione dualistica, inter-pretiamo la realtà come una perenne lotta fra due principi in opposizione che si manifesta su tutti i piani dell’universo, da quello umano, a quello cosmico astrale, a quello microscopico delle cellule e delle particelle subatomiche.

Mentre la filosofia induista propone il sistema dei chakra ad una sola colonna, e il pensiero orientale adotta la visione dualistica dello yin e dello yang, la tradizione kabbalistica ebraica invece, fin dai tempi più remoti, adotta un sistema di lettura della realtà a triplice colonna, in cui i due opposti (maschio e femmina, destra e sinistra, amore e rigore) trovano soluzione e armonia in un terzo elemento mediano, frutto della sintesi e dell’integrazione delle due parti. È un sistema che ricalca la stessa struttura atomica di recente scoperta (protone-elettrone-neutrone).

Secondo la concezione kabbalistica la separazione e distinzione dei due opposti non deve farsi mai divisione, in quanto costituiscono i due aspetti di un’unica realtà. Scopo di ogni azione umana è quella d‘integrare gli opposti e ritrovare l’unità iniziale che soggiace ad ogni cosa. Così tutto nel creato, il male compreso, esercita un ruolo nella costruzione di un bene sempre maggiore. Il male distruttore non viene combattuto ma trasformato in potenziale di crescita ed evoluzione.

L’adottare questa visione kabbalistica nella vita reale ci porterebbe a forgiare nuovi atteggiamenti nei confronti dei presunti nemici, fondati sulla non-violenza e sulla tolleranza del diverso, inteso come parte necessaria del tutto; questa visione applicata inoltre in contesto terapeutico, darebbe vita ad una nuova forma di medicina olistica, non invasiva e non-violenta che si interessi di risanare completamente l’uomo nella sua totale complessità ed interezza, e non nelle sue singole parti atomiche ed organiche. Ci porterebbe ad elaborare un nuovo approccio alla malattia, non considerata più come un “male” da sconfiggere, ma come un’opportunità di crescita e miglioramento. La guarigione verrebbe vista non più come una vittoria né la malattia come una sconfitta, ma entrambe verrebbero viste come due diversi fattori complementari che contribuiscono ad elevare l’uomo alla misura della sua natura divina.

 

 

5 risposte a Ebrei Parassiti

  • Hermana Luna scrive:

    Ne avevo sentito parlare dell’antisemitismo di Hamer ma… non ci potevo credere! tuttavia ora qui leggo che “confermi” e la cosa mi confonde così come può confondere un “senso contraddittorio” tra il dire e il fare. Ho letto della NMG e per un po’ ci sono entrata con tutte le scarpe! Poi il mio pensare ed essere si è focalizzato soltanto sulla ricerca del mio passato che influenza lo stato del presente e (se non taglio i legami col passato, ho capito che) potrebbe influire sul futuro. (mbeh, a qualcosa mi è servito l’interesse alla NMG!!)

    Una malattia, sono convinta, non si “sconfigge” soltanto con qualche medicina o interventi chirurgici (…) specialmente quando… “la scienza da sola, privata dei valori morali, può diventare un diabolico strumento di distruzione.” (anche se hai scritto questa frase in un discorso ben preciso, mi fa comunque pensare agli effetti negativi delle terapie chemio e radio e ad alcuni medici che si ostinano – con accanimento terapeutico oserei dire – a prescriverne pure quando è palese che non serviranno a nulla se non a finire di distruggere il sistema immunitario).

    Per quanto riguarda la visione dualistica, trovo che sia una come “prigione” (uno stato che non permette di posare lo sguardo altrove, là dove potrebbe invece esserci una soluzione, una “libertà di scelta” …)

    Una sola considerazione sulla visione orientale: per quanto ne so io la visione dualistica tra lo yin e lo yang “prevede” la terza via, quella dell’equilibrio, quella del non restare né sullo yin e né sullo yang. La terza via è rappresentata dal giusto distacco (…)

    E una sola domanda sul chakra: perché scrivi “ad una sola colonna”? io sapevo che chakra significa letteralmente ruota.

    un caro saluto da “delfino curioso” (mi firmo così in riferimento alla mia domanda) 😉

    • giuseppe scrive:

      Il sistema dei chakra è ad una sola colonna perché è adattato al microcosmo, il corpo umano. Ma dei sette chakra, tre sono polarizzati al maschile e femminile ed aprendosi riproducono la struttura dell’Albero della Vita, che gli ariani chiamavano Albero di Asvattha, l’albero con le radici in alto ed i rami in basso e gli studiosi di cabala e di yoga sanno bene il perchè. Indubbiamente la cabala è originata dallo yoga, di qualche millennio più antico. La quasi totalità dei concetti quali l’azione disinteressata compiuta nella devozione per D-o (karman yoga o Aspà, dazione assoluta), l’unione sessuale con Dio, samadhi o zivug, la degradazione della vibrazione divina, chiamata da uno OM dagli altri Ohr, il ciclo delle rinascite o samsara, sono identici nelle due scuole. Solo che una pone l’accento sul macrocosmo e l’altra sul microcosmo. Non a caso la sefira terminale, Malchut, coincide con il chakra iniziale Mulhudara e il simbolo del chakra del cuore, Vishudda, che coincide con Tipheret ha come simbolo il patzuf congiunto all’assagot, cioè il simbolo dei quattro elementi, cioè il Tetragrammaton, cioè la Stella di Davide, cioè il Simbolo dell’armonia tra i cinque mondi. Se al centro del Tetragrammaton, cioè di Tipheret, cioè di Vishudda, aggiungiamo la lettera Shin accade qualcosa di molto interessante

      • Rahel scrive:

        Benvenuto Giuseppe e grazie delle tue riflessioni. Sono stati fatti diversi studi paralleli che cercano di far conciliare i due sistemi. Ci sono indubbiamente punti di contatto così come differenze. Dal punto di vista ebraico, la Kabbalah non proviene dallo yoga, sebbene più antico, in quanto essa costituisce l’aspetto esoterico della Torah donata al popolo d’Israele. Il fatto che ci siano delle somiglianze e delle corrispondenze dimostra semplicemente che tutto nell’universo (uni-verso, verso-l’UNO) proviene dalla medesima origine.

    • Rahel scrive:

      Shalom Delfino curioso! anche se il dott. Hamer avesse davvero fatto certe affermazioni antisemitiche e negazioniste, ciò non toglie nulla alla validità dei suoi studi e delle sue scoperte. Come vedrai, nel nostro blog, alcuni medici, di formazione tradizionalista, apprezzano le sue teorie e troverai diversi articoli che ne fanno accenno (basta che tu clicchi sulla parola chiave Hamer e troverai gli articoli in cui se ne parla).

      Riguardo al sistema ad una sola colonna, riferito ai chakra, si fa riferimento alla loro disposizione rispetto all’organismo umano.
      La terza via, nel sistema dualistico yin-yang, quella del distacco, non corrisponde esattamente alla terza colonna del sistema sefirotico che è piuttosto quella dell’unificazione e dell’integrazione armoniosa degli opposti.

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