Scienza e Kabbalah

 

Il tentativo di trovare una connessione fra la scienza e la Kabbalah non è nuovo, ma antico come il mondo della Kabbalah stessa.

Uno dei più antichi manoscritti di questa disciplina è Il Libro della Formazione, Sèfer Yetzirà, scritto fra il primo e il nono secolo dell’era comune ed attribuito ad Avrahàm Avinu. Questo importante testo di base, fonda la Creazione sui ventidue suoni delle lettere dell'alfabeto ebraico ed i dieci numeri. L’autore mostra la struttura del mondo ed i suoi confini come dipendenti dalle lettere. Tratta dei tre elementi, fuoco, aria e acqua, delle direzioni del nostro mondo in tre dimensioni, del tempo provocato dal movimento degli astri, del corpo umano e delle sue membra, alla luce delle lettere ebraiche.

Le lettere ebraiche sono suddivise in diversi gruppi. Le lettere del Tetragramma Y H V – ? , ?, ? costituiscono i limiti delle direzioni dello spazio nel mondo fisico. Nel Libro della Formazione troviamo gruppi di lettere ordinati in base alla grammatica della lingua ebraica e secondo criteri fonologici comuni a tutte le lingue esistenti sino ad oggi.

La creazione mediante le lettere è basata su alcune leggi, dunque le leggi del linguaggio sono le leggi della natura: sono le lettere della lingua ebraica che fanno da legame fra scienza e Kabbalah.

Nell'opera DNA ebraico, genetica e Kabbalah di Shazarahel viene messo in rilievo, ad esempio, il rapporto associativo fra la forma grafica della lettera Alèf ? ed il modello a doppia spirale del DNA; questa spirale compare anche disponendo in verticale una sequenza di lettere tzàdik ? o làmed ?.

Questo gioco di forme veniva già praticato dai kabbalisti del tredicesimo secolo; ne troviamo traccia in opere interamente dedicate alle lettere, come ad esempio in Peyrùsh haOtiyòt di R. Ya'akov ben Ya'akov haCohen ed in opere di Maestri che seguivano la Kabbalah linguistica, come R. Avrahàm Abulafia e R. Yossèf Gikatilla.

Anche R. Moshé Cordovero nella sua fondamentale opera kabbalistica, Pardés Rimonìm, fa uso di questo tipo di associazioni grafiche. Ad esempio la lettera ? viene vista come un piano ed una mappa del cosmo, fondamento degli elementi fuoco ed acqua, delle direzioni est ed ovest e delle sfere kabbalistiche (capitolo 8, paragrafo 11).

Uno dei libri di filosofia del tredicesimo secolo, scritto da R. Yitzhak ibn Latiff, è chiamato Tzuràt ha'Olàm, La Forma del Mondo. Un altro libro s'intitola invece Piccolo Mondo, 'Olàm Katàn, dove vediamo i kabbalisti camminare sulle tracce dei filosofi.

I mistici delle correnti legate allo Zohar, che all'inizio seguivano i passi di Rambam Maimonide, mettevano in relazione concetti di base tratti dalla filosofica aristotelica, che contenevano anche riferimenti alla scienza dell'epoca. Essi hanno concepito il cosmo come composto di tre mondi, tre livelli posti uno sull'altro, dove il più elevato influenza quello che sta in basso.

Il mondo superiore è la dimora degli intelletti separati, ossia degli angeli. Il mondo mediano è spazio di astri e pianeti; il mondo in basso è il nostro mondo, il mondo materiale che muta, degenera e muore.

A partire da questo schema, R. Moshé Cordovero ha collocato diversi elementi nei diversi livelli, fra cui i punti vocalici: ne tratta nella sua grande opera Ghinàt Egòz, Il giardino delle noci, così come nel testo Sha'ar haNikùd, La porta del punto.

Le vocali sono dei puntini apposti attorno alle lettere, generalmente al di sopra. Nella maggior parte dei testi o dei manoscritti, i punti vocalici non venivano trascritti sulla carta; essi risultavano dunque invisibili allo sguardo e trasmessi solo per tradizione orale. Per questa ragione, nello sforzo di comprendere la struttura dei punti vocalici e la relazione che intercorre fra essi e le lettere, si raggiungeva la conoscenza del Creatore. R. Yossèf Gikatilla fu il primo a sviluppare questo tema e mostrare come i punti rappresentino da una parte i tre mondi e dall'altra le sfere dell'Albero della Vita.

Nel suo Ginat Egoz, R. Yossèf Gikatilla insegna come le lettere ?-?, la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico, siano messe in movimento dalle cinque vocali1 di base presenti in tutte le lingue OUIEA (che ritroviamo anche nella fonologia moderna) e che sono alla base del movimento che caratterizza il nostro mondo: senza movimento non c'è vita. Da qui deriva il fatto che il mondo dipende dai segreti dei punti vocalici. Shazarahel ha scoperto che persino i punti del moderno alfabeto Brail si integrano nella mistica dei punti.

Il libro di Shazarahel segue la linea che unisce la kabbala e la scienza, ma a partire dal punto di vista della scienza moderna del ventunesimo secolo.

Il libro che ci sta dinanzi guida il lettore da ciò che è invisibile al mondo della saggezza nascosta della Kabbalah.

 

Dr. Orna Rachel Wiener2

 

1 In ebraico il termine tnuà indica sia la vocale sia il movimento; tnuòt sono dunque sia vocali che movimenti, o meglio, le vocali sono il frutto del movimento delle labbra e dell'aria nel pronunciarle, sono dunque esse che mettono in moto la comunicazione fatta per mezzo delle consonanti.

2 La Dottoressa Orna Rachel Wiener ha conseguito il Dottorato in Kabbalah presso l'Università Bar Ilan di Ramàt Gàn. È autrice dello studio di ricerca filosoficaThe Mysteries of the Vocalization of the SpanishCastilla Kabbalah in the 13th century. Terapeuta e formatrice di spiritual healing a partire dall'aura tridimensionale dell'essere umano. È anche pittrice, realizza quadri che traggono ispirazione dall'aura umana, dalla Bibbia, dalla Kabbalah e dalla natura.

 

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