Microrganismi e cultura: possibilità evolutive per l’Uomo

di Gian Franco Dettori (con la collaborazione di Giuseppe Dore e Marinella D’Onofrio)

MicrobiIntroduzione

Prima di tutto ritengo opportuno fare una precisazione riguardo il titolo che è stato dato a questo tema, in quando batteri, virus, microbi e parassiti non sono i costituenti di un’unica classe. Infatti, secondo una definizione semplice ed essenziale, nei microrganismi o microbi rientrano tutti gli organismi viventi che non sono visibili a occhio nudo e per la cui osservazione sono necessari i microscopi, e in base alle loro caratteristiche i microrganismi possono essere suddivisi in quattro gruppi: virus, batteri, funghi e parassiti. Siccome elencare queste caratteristiche sarebbe dispersivo, esulerebbe dal reale significato del tema, e per i più credo che sarebbe una lettura noiosa e pesante, parlerò in generale di questi organismi microscopici, sottolineando i loro aspetti negativi ma citando anche quelli positivi.

Preliminarmente ci terrei a rivolgere le scuse ai colleghi che dovessero trovare la mia esposizione approssimativa, incompleta o in alcuni passaggi imprecisa, ma ho scelto di presentare questo argomento dandogli una impronta che fosse più divulgativa possibile, in funzione anche della seconda parte dell’articolo, in cui proporrò un parallelo da cui si dovrebbero capire i contenuti della prima parte.

L’articolo comprende tre parti: nella prima si parlerà delle varie caratteristiche dei microrganismi, nella seconda dell’informazione; nella terza saranno chiarite le loro analogie.

 

I MICRORGANISMI

Caratteristiche genetiche dei microrganismi

In generale la genetica è la disciplina che si occupa dello studio del materiale contenuto nel nucleo delle cellule che viene trasmesso da una generazione all’altra attraverso i meccanismi dell’eredità biologica. Gli elementi che mediano la trasmissione dell’informazione genetica sono i geni, e le molecole che contengono i geni sono chiamate acidi nucleici. Esistono due tipi di acidi nucleici, il DNA e l’RNA.

1) Al di là delle differenze tra i singoli microbi, la loro genetica, come del resto la genetica degli organismi più grandi, è caratterizzata dal fatto di contenere due aspetti, di cui uno, chiamato genotipo, è rappresentato dalla successione dei geni nella sequenza del DNA o dell’RNA del nucleo, e l’altro, il fenotipo, è rappresentato dalla loro espressione nella morfologia e nelle funzioni del microrganismo. Inoltre uno stesso gene, quindi uno stesso genotipo, può dare dei prodotti differenti, cioè può generare fenotipi diversi, a seconda del contesto nel quale è inserito.

2) Nel passaggio da una generazione all’altra, in direzione verticale, ma anche tra due organismi di una stessa generazione, in direzione orizzontale, il materiale genetico dei microrganismi può essere trasferito fedelmente ma può anche essere cambiato attraverso quelle che sono chiamate mutazioni. Si oppongono a queste mutazioni dei meccanismi di riparo che possono essere realizzati, per esempio, da delle molecole chiamate enzimi. Le mutazioni possono essere negative, quando l’informazione iniziale è favorevole e il suo risultato al contrario è sfavorevole, oppure positive, quando l’informazione iniziale viene migliorata e il gene mutato che ne risulta migliora le caratteristiche fenotipiche della cellula che lo riceve.

 

Caratteristiche funzionali dei microrganismi

3) Le funzioni dei microrganismi dipendono dalla loro informazione genetica e dal modo con cui questa può essere cambiata attraverso le mutazioni più o meno favorevoli. Una volta penetrati in un organismo, che può essere sia un altro microrganismo sia un organismo più grande, come per esempio un essere umano, i microrganismi raggiungono preferenzialmente delle cellule, dette cellule bersaglio, rispetto alle quali hanno particolare affinità. Dopo essere penetrati nella cellula i microrganismi si replicano dando una progenie di altri microrganismi simili, quando la trasmissione genetica non subisce mutazioni, con un numero più o meno elevato di microrganismi diversi che scaturiscono dalle mutazioni, cioè da imperfezioni dei meccanismi di replicazione e dalla loro mancata correzione.

 

Azione dei microrganismi sull’organismo umano

4) A seconda delle loro natura, negli organismi ospiti (la parola ospite in questo caso ha un significato diverso da quello attribuitole dal linguaggio comune in quando l’organismo ospite è quello che è raggiunto dal microrganismo e la cellula ospite è quella che ne è colonizzata) i microrganismi possono avere effetti favorevoli o sfavorevoli. In generale, l’esposizione di un individuo a un microrganismo può avere come esito la colonizzazione transitoria, la colonizzazione permanente o la malattia. Nei primi due casi i microrganismi non alterano le normali funzioni dell’organismo ospite, anzi a volte essi giocano un ruolo fondamentale nella sopravvivenza degli ospiti che colonizzano in quanto possono partecipare al metabolismo degli alimenti, alcuni forniscono dei fattori di crescita essenziali, proteggono l’organismo da altri microrganismi che danno delle gravi patologie e a volte stimolano la risposta immunitaria, per cui in loro assenza la sopravvivenza è letteralmente impossibile. La malattia invece si verifica quando dall’interazione del microrganismo con l’ospite si crea un danno all’ospite stesso, che può essere causato da una loro azione diretta del o dalla risposta immunitaria dell’ospite nei loro confronti.

 

Strategie di difesa

5) Siccome l’ambiente in cui viviamo è pieno di microrganismi, noi tutti siamo esposti continuamente a batteri, virus, funghi e parassiti, e di fronte a loro mettiamo in atto dei meccanismi di difesa di vario tipo. I primi meccanismi sono le barriere fisiche, come la cute o i rivestimenti della superficie di altri apparati, come il tubo digerente e le vie respiratorie. Se queste barriere sono superate e i microrganismi raggiungono il sangue trovano delle cellule che gli si oppongono, alcune delle quali facenti parte della cosiddetta immunità naturale, altre più specifiche: tra queste ultime ci sono i linfociti, che intervengono in parte con un attacco diretto, dette antigeni, che sono riconosciute come estranee, in parte con la produzione di anticorpi (questo significa che se le molecole sono riconosciute come self, cioè come appartenenti dell’organismo stesso, non sono sottoposte all’attacco da parte del sistema immunitario, che è programmato per attaccare solo le molecole antigeniche estranee rispetto ai sui parametri di accettazione, cioè non self).

6) Va sottolineato che mentre il primo incontro con un certo microrganismo trova il corpo impreparato nei suoi confronti, cioè incapace di rispondere prontamente, dopo il primo incontro e dopo essere guarito dalla malattia causata dal primo attacco, le cellule che hanno già prodotto gli anticorpi contro quegli antigeni restano in parte nel sangue dell’ospite come cellule della memoria, per cui un successivo incontro le troverà più pronte per una risposta. Questo significa anche che maggiori sono i microrganismi che il sistema immunitario di una persona ha attaccato con successo, maggiore sarà la sua competenza immunologica, cioè la capacità di riconoscere e attaccare antigeni estranei eliminandoli, e per questo motivo una persona è tanto più forte quanto maggiori sono le esperienze immunitarie effettuate che hanno avuto come esito la loro neutralizzazione, mentre una loro mancata eliminazione può rendere la persona portatrice cronica di una malattia e come tale fonte di contagio per altre persone.

 

Strategie terapeutiche della medicina tradizionale

7) Ai meccanismi endogeni naturali se ne sono aggiunti di esogeni, cioè provenienti da interventi esterni. Infatti nel corso dei secoli gli uomini hanno provato ad accelerare i tempi di guarigione e a limitare i danni e le sofferenze legate alle malattie infettive con rimedi in parte preventivi e in parte curativi, e tra questi ultimi possiamo distinguere i trattamenti tradizionali, cioè appartenenti alla cultura medica cosiddetta occidentale, e i trattamenti medici cosiddetti alternativi. Al di là delle differenze tra le malattie causate dai vari tipi di microrganismi citati nella premessa, ciò che accomuna l’approccio della medicina occidentale è quello di considerare i microrganismi dei nemici da combattere, senza prendere atto dell’importanza della loro presenza negli equilibri naturali, trascurando sia che spesso il contagio è l’espressione di una predisposizione patogena più profonda che sta a monte, sia che a volte la presenza di certi microbi può essere tollerata senza gravi danni strutturali e funzionali per l’organismo ospite. Le sostanze chimiche utilizzate appartengono alla classe dei farmaci antibiotici, limitatamente ai batteri, gli antivirali, gli antimicotici e gli antiparassitari, che bloccano in vario modo e a vari livelli la loro replicazione.

 

Strategie terapeutiche delle medicine alternative

8) Rispetto al trattamento delle malattie infettive, le medicine non convenzionali hanno come obiettivo prioritario quello di favorire le risposte intrinseche che l’organismo detiene e che esprime nelle condizioni ottimali di funzionamento, e per ottenere questo risultato si applicano tutti quegli accorgimenti che offrono la piena maturità della risposta del corpo. Si riunisce sotto questo ampio capitolo una estesa gamma terapeutica che comprende le terapie riflesse (agopuntura, omeosiniatria, reflessologia somatica, osteopatia, terapia informazionale biofisica, neuralterapia), l’omeopatia classica, l’omotossicologia (modernamente rinominate medicina bio-informazionale low-doses), la cristalloterapia, la cromoterapia, la musicoterapia (tra cui l’euritmica), la biodanza e la danza in generale, la pet-terapy (relazione con animali domestici), il riequilibrio utilizzando le “acque di luce” e la geometria sacra, la pranoterapia, la gigantoterapia nei siti megalitici, l’etnomedicina (preghiere, erbe e rituali per la risoluzione delle piccole patologie a persone e ad animali domestici), la floriterapia di Edward Bach e sue attuali espansioni (fiori californiani e australiani), la Nuova Medicina Germanica di Hammer, la Medicina Conforme alla Vita di Koeler eccetera. Il filo di Arianna che lega tra di loro questi differenti tipologie terapeutiche consiste nel considerare la Vita una forza vitale intelligente che sa guidare con sapienza l’organismo verso situazioni adattative in risposta a stimoli ambientali forti o deboli che possono essere patogeni per tutti o per alcuni. Già Pasteur alla fine della sua carriera diceva “il germe è poco, l’ambiente/organismo è tutto”, avendo individuato nella relazione la reale causa delle malattie. Queste terapie cercano di ripristinare, seppur con materie diverse, il corretto flusso di informazioni che garantisce la Salute. È medicina conforme alla Vita perché se la Vita è flusso ininterrotto di informazioni, la cura deve obbedire alle regole della vita: non blocca, se non per poco, il flusso informativo (recettori cellulari, vie nervose eccetera), ma regola, con sinergia alle difese organismiche.

La capacità adattativa all’Ambiente caratterizza le specie destinate a maggior gradiente evolutivo: l’incontro con altre parti di realtà (quali possiamo considerare i microrganismi in esame) è utile per creare nuove memorie di sussistenza, indurre duttilità e quindi evoluzione mediante adattamento immunologico, imparare strategie simbiotiche favorevoli (pensiamo alla microflora del tratto digerente tutto), e inoltre l’osservazione di queste ultime offre un accesso conoscitivo all’organizzazione in codice della vita, tenendoci nel corretto rapporto tra esaltazione del self- e del non-self.

L’infezione per le medicine non convenzionali, non è “la sfortuna che ci vede benissimo” ma un indicatore della sollecitazione al cambiamento a cui il soma non può sottrarsi, pena l’abiotrofia. Il terapeuta, che accompagna nel percorso il suo paziente, abbraccia l’intero 360° dell’individuo, come un novello Virgilio, nei gironi della sofferenza, per curare dove possibile, guidare laddove il percorso di malattia è estraneo alla sensibilità della Persona, offrire sempre e comunque una relazione di elevato spessore Umano nel cammino verso “Virtute e canoscenza”.

 

LE INFORMAZIONI, LA CULTURA E L’IGNORANZA

Ciò che è stato detto sui microorganismi può essere paragonato a una realtà che tutti noi conosciamo, la cultura, nel senso che ciascun essere microscopico corrisponde a una unità di informazione, sia essa vera, frutto di una logica rigorosa e allineata con la natura, quindi positiva, o falsa, frutto di una logica scorretta o difettosa, quindi negativa.

 

Caratteristiche generali dell’informazione

1) Al di là delle differenze di contenuti, qualsiasi tipo di informazione è caratterizzata da due aspetti, di cui uno, la morfologia, è dato dalla successione delle parole e delle lettere che la veicolano, e l’altro, la semantica, è dato dal suo significato, un significato che dipende anche dal contesto in cui l’informazione stessa è inserita.

2) Le informazioni passano continuamente da una persona all’altra, sia verticalmente, per esempio nelle lezioni scolastiche, sia orizzontalmente, per esempio nelle chiacchierate tra amici o tra colleghi, e in questi passaggi possono essere cambiate più o meno profondamente, anche se chi le riceve può rendersene conto e correggerle a sua volta, oppure semplicemente evita di prenderle per vere. Questi cambiamenti possono essere disfunzionali, quando una delle persone che partecipa a questa catena ne compromette la veridicità o la natura positiva per scopi egoistici o per favorire qualcuno, oppure funzionali, quando qualcuno prende atto della natura non verosimile o dannosa dell’informazione ricevuta e la corregge migliorandola, dandole così un valore favorevole.

 

Caratteristiche funzionali dell’informazione

3) Le funzioni dell’informazione dipendono dal loro significato e dagli effetti che questo ha sulle singole persone destinatarie. Non tutti sono interessati agli stessi contenuti, e siccome ognuno ha i suoi interessi e filtri specifici, ogni input raggiunge preferenzialmente un certo tipo di persone. Dopo aver raggiunto le persone solitamente le informazioni si moltiplicano perché sono sottoposte a una logica più o meno rigorosa per la quale, quando questa logica è ordinata e corretta, le conclusioni risultano in linea con le informazioni iniziali, al contrario se la logica è difettosa le informazioni che ne scaturiscono non sono altrettanto fedeli. La preparazione dei singoli tuttavia può permettergli di riconoscere nei contenuti che hanno ricevuto delle imperfezioni che possono essere corrette con cognizione di causa, per cui le informazioni in parte possono essere prese come vere e utili e in parte possono essere riviste ed eventualmente corrette. Ovviamente capita anche che errori di partenza non siano riconosciuti come tali e chi li riceve, ragionando più o meno correttamente, non essendosi accorto di questa falsità, trae delle conclusioni altrettanto false.

 

Impatto delle informazioni sulla mente degli uomini

4) A seconda delle loro natura, le informazioni possono produrre cultura o ignoranza. In questa accezione per cultura si intende una conoscenza che l’organismo riconosce come degna di essere integrata nel suo sistema conoscitivo, una conoscenza coerente con la natura di cui l’organismo stesso fa parte e dalla quale deriva, una conoscenza che potremmo definire verticale, cioè che, oltre che arricchirlo quantitativamente, lo eleva qualitativamente dandogli una consapevolezza e una padronanza di sé che non si limita ai contenuti o ai contesti di cui fa parte l’informazione ricevuta, ma che può essere estesa anche in altri campi del sapere. Infatti, ciò che caratterizza e che rafforza questo tipo di cultura è una logica interna di cui la persona si può avvalere in vari contesti. Simmetricamente, l’ignoranza veicolata da alcune informazioni scaturisce sia dalla loro falsità o dalla loro sterilità nei confronti di una crescita in consapevolezza, quindi dalla loro natura meramente orizzontale, sia da una logica interna disfunzionale e scorretta, una logica che se estesa ad altri contenuti o ad altri contesti ne compromette la genuinità o non è capace di riconoscerne l’eventuale inutilità. Quindi sia le informazioni favorevoli che le informazioni sfavorevole hanno degli effetti diretti e degli effetti indiretti che ne amplificano le caratteristiche più o meno allineate con le esigenze culturali delle persone.

 

Strategie di difesa nei confronti delle informazioni sfavorevoli

5) Siccome la nostra vita è caratterizzata da un continuo bombardamento di informazioni di tutti i tipi, se non vogliamo soccombere sotto il peso dei tentativi di inganno e se vogliamo accettare e assimilare solo quelle utili, dobbiamo saper discriminare tra i contenuti veri e validi, non solo quantitativamente, cioè orizzontalmente, ma anche e soprattutto qualitativamente, cioè verticalmente, scartando e quindi attaccando quelli falsi, che non ci fanno crescere. La prima forma di difesa è passiva ed è rappresentata dalla mancata ricezione di tutte quelle informazioni che, pur raggiungendo in nostri sensi, non sono neanche notate o perché troppo deboli o perché non vi abbiamo prestato attenzione. Una volta che abbiamo introdotto le informazioni, il primo filtro è la loro coerenza con altre informazioni che abbiamo già, per cui se le nuove informazioni sono dotate di una logica che non inficia la logica delle preesistenti le assimiliamo senza problemi, mentre se non c’è concordanza di contenuti o di logica le attacchiamo e le scartiamo. Però, se la logica precedente non è abbastanza forte o se il carico di nuove informazioni supera le precedenti, possiamo essere portati o costretti ad accettarle, con effetti positivi o negativi a seconda che i nuovi contenuti e la nuova logica siano più o meno coerenti con la natura di cui facciamo parte e da cui proveniamo.

6) La vita di una persona che oltre che quantitativamente ci tiene ad arricchire la sua cultura anche qualitativamente dovrebbe essere caratterizzata dal continuo miglioramento della logica, per cui tutte le storture contenutistiche e logiche che nel passato sono state riconosciute come distorte e scartate non hanno bisogno di essere ulteriormente analizzate per poter essere prontamente rifiutate. In tal modo con il passare del tempo la persona aumenta la potenza della sua logica ed è sempre più capace di riconoscere le altre logiche orizzontali, cioè sterili o addirittura controproducenti, cioè verticali in direzione discendente, che non arricchiscono ma impoveriscono. Però, se i criteri con cui la persona rifiuta certi contenuti e certi tipi di logica non sono validi, la persona assimila una conoscenza e un modo di ragionare disfunzionali, che la rendono più o meno ignorante e capace di trasmettere l’ignoranza di cui è portatrice ad altre persone.

 

Come la nostra società cerca di far fronte all’ignoranza

7) Di fronte al dilagare dell’ignoranza gli amministratori e gli insegnanti della nostra società, due figure professionali che insieme ai terapeuti sono fondamentali nella determinazione della salute sociale, non possono fare altro che promuovere la cultura, ma il problema è che a volte la cultura che loro stessi hanno purtroppo è più vicina al modello ignorante che dovrebbero contrastare che al modello naturale capace di far crescere quantitativamente e qualitativamente le conoscenze dei cittadini. Che questa considerazione polemica vada oltre l’opinione personale di chi scrive è dimostrato non solo dai risultati discutibili dell’amministrazione della cosa pubblica e dai recenti fatti di attualità e di cronaca, ma anche dal dilagare della corruzione e del clientelismo un po’ a tutti i livelli. Quindi ciò che contraddistingue l’approccio attualmente prevalente al tentativo di risoluzione dell’ignoranza è il ricorso all’imposizione esercitato da parte di esponenti di una cultura piuttosto carente. Finché il mondo non sarà coerente con i propositi di una vera consapevolezza, frutto di una evoluzione compiuta, le professioni suddette reitereranno sempre dettami egoici e personalismi privati, ovviamente anti-natura e anti-umanità.

 

Ignoranza e Psiconeuroanalisi

8) Come è stato accennato prima, oltre agli amministratori e agli insegnanti, l’altra categoria di professionisti da cui dipende la salute di una società sono i terapeuti in senso lato, intesi sia come terapeuti del corpo, quindi medici e altre figure paramediche, sia come terapeuti della mente, non solo psicoterapeuti ma anche pensatori in genere, tutte persone che giovano alla società in cui operano nella misura in cui i fruitori del loro lavoro e delle loro opere migliorano le proprie condizioni di salute fisica e mentale grazie al loro prezioso contributo. In tale accezione ampia anche uno scrittore, romanziere o saggista, e anche un giornalista o addirittura un blogger possono essere considerati artefici, nel bene o nel male, della buona o cattiva salute di cui gode una società, per cui le cure attente e la divulgazione genuina hanno il potere di giovare a chi dovesse ricevere certe prestazioni terapeutiche e certi contenuti teorici, ma d’altra parte, se le cure sono distratte e la cultura divulgata è qualitativamente aberrante per chi ne usufruisce, queste persone hanno anche il potere di contaminare e danneggiare direttamente le persone su cui si scaricano, e indirettamente su tutte le altre con cui dovessero venire a contatto. In tale ambito la Psiconeuroanalisi è una disciplina dotata sia di valenze terapeutiche, in quanto cura con successo i disturbi comportamentali e neuropsichiatrici attraverso un rafforzamento della coscienza dei pazienti, cui corrisponde un concomitante miglioramento della salute cerebrale, sia di valenze migliorative per chi non ha gravi disturbi mentali o del sistema nervoso, di modo tale da rinvigorire la loro coscienza. Ecco che in tal modo la conoscenza di cui si avvale la Psiconeuroanalisi si pone come la conoscenza più potente di cui il mondo attuale disponga, una conoscenza che è stata messa a punto interamente da un neurologo, il dottor Giuseppe Dore, che ha attinto i contenuti da varie discipline apparentemente lontane tra di loro, selezionando le parti si presentano coerenti con una logica di natura. Il risultato di questo lavoro è un sistema di conoscenze che ha tutte le caratteristiche della verticalità che ho definito prima, con dei contenuti capaci di elevare il potere mentale e quindi cerebrale delle persone che li dovessero ascoltare e assimilare, fino a dar loro delle capacità prima impensabili. Quindi ciò che fa da collante delle conoscenze dalla Psiconeuroanalisi, cui il dottor Dore ha aggiunto del materiale originale, è la loro affinità con la natura nel suo complesso, comprendendovi la natura umana, In virtù di questo nuovo paradigma un cervello malfunzionante si riattiva, un po’ come se un uomo che dorme possa essere svegliato solo da rumori che rientrano nel range di frequenze d’onda percepibili dall’orecchio umano, mandando gli altri sullo sfondo.

 

ANALOGIE E SIMILITUDINI

 

A conclusione dell’articolo vediamo di sintetizzare le varie caratteristiche cha abbiamo esposto sopra per chiarire meglio l’analogia che è stata proposta.

1) Quello che nei microrganismi è chiamato genotipo, nell’informazione è dato dalla successione delle lettere che costituiscono le parole, e possiamo dire che se ogni parola può corrispondere a un gene, le singole lettere di cui è fatta la parola in genetica sono chiamati nucleotidi. Come il compito del genotipo è quello di creare le strutture che costituiscono il microrganismo e di permettergli di svolgere le sue funzioni vitali, il compito di una parola è quello di trasmettere un significato che passa direttamente o indirettamente da una persona all’altra. Curiosamente i passaggi del processo che partendo dal genotipo arrivano fino al fenotipo sono chiamati (1) trascrizione, (2) traslazione e (3) traduzione: nel nucleo il genotipo è (1) trascritto su una molecola che fa da messaggero, questo messaggero (2) trasla dal nucleo al citoplasma, e qui (3) è tradotto da organuli cellulari appositi; alla stessa maniera l’aria o un supporto cartaceo può fungere da supporto su cui (1) è trascritto il messaggio informativo che dall’emittente va verso il ricevente, il messaggio (2) trasla fino a raggiungere la sua destinazione, e infine gli organi sensoriali del ricevente (3) traducono il messaggio dandogli un certo significato.

2) Il passaggio dei geni tra i microrganismi e delle informazioni tre le persone non sempre è fedele perché in entrambi i casi ci possono essere delle mutazioni dell’informazione che appunto cambiano il messaggio iniziale, a volte migliorandolo e altre peggiorandolo. Facendo riferimento al modello in tre stadi che è stato descritto nel punto precedente, nelle persone il cambiamento dell’informazione può verificarsi: (1) prima della trascrizione, quando una persona cambia volontariamente dei dati di fatto perché la verità non le piace o non le fa comodo, (2) durante la trascrizione, quando ha difficoltà più o meno marcate di esprimere quello che vorrebbe comunicare, (3) nel processo di traslazione, quando il mezzo cui è affidato il messaggio in uscita, che può essere anche un’altra persona, non è affidabile, (4) nella traduzione, quando il ricevente non capisce bene ciò che sta leggendo o ascoltando, e quando nonostante sia convinto di aver capito può trasmettere ad altri informazioni più o meno lontane da quella originaria. Ovviamente quando interviene più di uno di questi processi, come succede nella maggior parte dei casi, le informazioni che ci scambiamo risentono di ogni interferenza, e nonostante questo noi preferiamo continuare a illuderci di conoscere la verità.

3) Come ogni microrganismo che riesce a raggiungere l’interno o la superficie di un corpo umano si lega preferenzialmente a certe cellule dotate di specifici recettori, le informazioni possono essere raccolte da una popolazione più o meno vasta a seconda di quanto le singole persone sono sensibili a quel tipo particolare di informazione. In virtù dei vari tipi di mutazione che sono stati descritti nel punto precedente, raramente questo processo è fedele, perché solitamente il messaggio iniziale, posto che sia vero, deve superare un numero di passaggi che contribuiscono in varie misura a cambiarlo, fino a quando il destinatario del messaggio valuta, in base alle sue conoscenza pregresse, se questo messaggio è verosimile o meno, ma anche se gli fa comodo prenderlo per vero o se è meglio cambiarlo, cioè mutarlo, trasformandolo in un messaggio che per lui o per altre persone può essere più utile.

4) Mentre si è calcolato che meno del 15% dei microbi indentificati siano patogeni, avendo tutti gli altri degli effetti favorevoli come è stato scritto sopra, la percentuale di informazioni favorevoli è difficilmente valutabile. In entrambi i casi comunque il fatto di essere convinti di essere sani pur non essendolo, fisicamente e mentalmente, rende il soggetto maggiormente pericoloso perché non mette in atto le precazioni necessarie per non contaminare altre persone. Come il primo passo per la guarigione da una malattia infettiva dipende dalla propria volontà di liberarsene con gli accorgimenti igienici e curativi giusti, anche per una persona ignorante che vuole migliorare la sua mentalità e la sua cultura è indispensabile prima di tutto prendere atto di doverlo fare, e poi trovare un modo per farvi fronte. La differenza però è che mentre la malattia può essere resa evidente o oggettiva da esami medici, il grado di ignoranza di una persona risente talmente tanto dei punti di vista soggettivi che molto difficilmente si raggiungerà una definizione condivisa di questa condizione, a meno che la persona ignorante non sia posta di fronte a un sapere talmente potente da non lasciare spazio a dubbi personali.

5) Una caratteristica che hanno in comune i due processi, colonizzazione microbica e comunicazione umana, è quella di poter essere favorevoli o meno anche in dipendenza della maturità del destinatario, per cui chi è ben equipaggiato a livello immunitario e a livello cognitivo sa far fronte anche agli attacchi massicci da parte di una carica microbica o informativa. Chi invece non ha gli strumenti immunitari e cognitivi necessari per far fronte a un attacco microbico o informativo, cioè chi è immunodepresso da un lato, ingenuo, superficiale o ignorante dall’altro, è suscettibile di ammalarsi o di essere influenzato dalla gran parte degli attacchi che riceve.

6) I sistemi immunitario e cognitivo di una persona sono dinamici, e migliorano o peggiorano a seconda delle esperienze positive o negative, laddove l’esperienza positiva è quella in cui il corpo è rafforzato da un microrganismo che ha un’azione favorevole o da una conoscenza che migliora la mentalità e la cultura, ma va considerato positivamente anche il riconoscimento e quindi l’attacco con successiva eliminazione degli agenti estranei o dei contenuti informativi sfavorevoli, e l’esperienza negativa è la malattia cronica o l’ignoranza, due condizioni che normalmente resistono a ogni trattamento, a meno che non sia un trattamento veramente incisivo e potente. Il potenziamento di entrambi i sistemi deriva, in definitiva, dall’adeguatezza dei processi di analisi e sintesi.

7) I rimedi per curare le malattie infettive e l’ignoranza culturale, due problemi della società odierna che possono avere un andamento acuto o cronico, possono avvalersi delle risorse esterne alla persona, che in tal modo è considerata incapace di riconoscere, con il suo sistema immunitario o con il suo sistema cognitivo immaturi o insufficienti, la nocività dell’elemento estraneo all’organismo. Così da un lato si interviene farmacologicamente, dall’altro con il tentativo di imposizione esterna di regole, con dei trattamenti che a volte funzionano. I fatti di attualità tuttavia ci dicono che in alcuni casi questi approcci non sono sufficienti o addirittura possono essere dannosi per le persone che li ricevono, anche perché il loro organismo può rifiutare i farmaci e i metodi coercitivi aumentando il malessere fisico e psicologico, individuale e collettivo.

8) Di fronte a questi insuccessi l’unica alternativa, quando realizzabile, è quella che prevede di mettere la persona nelle condizioni di far fronte da sola, con le risorse di cui già dispone, all’attacco dei microrganismi o della sua scarsa cultura. Questo è l’approccio che contraddistingue da un lato le varie medicine naturali, dall’altro lato la Psiconeuroanalisi, i cui effetti favorevoli non si limitano alla cura dei casi di disturbi neuropsichiatrici, come la demenza e l’isteria, ma si estendono alla salute mentale, e quindi culturale, anche delle persone non affette da questi disturbi.

 

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