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Questo argomento contiene 6 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da Anonimo 7 anni, 4 mesi fa.
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17 ottobre 2013 alle 08:44 #1230
Sottopongo alla vostra attenzione questo articolo che descrive i risultati di recenti ricerche in campo genetico…sebbene sia pericolosissimo fare certe ambigue affermazioni di triste memoria… su tante cose ho anticipato i tempi!!
http://www.linkiesta.it/
ostrer-falk-ebrei-geni «Gli ebrei sono una razza», le nuove teorie genetiche che fanno discutere Israele
di Cristina Tognaccini
La storia è piena di ebrei con un’intelligenza straordinaria. Un caso? Studi di genetica, in Israele e negli Usa, affermano che la base biologica dell’ebraicità non può essere ignorata e si spingono a ipotizzare una supremazia intellettiva dovuta al Dna, sollevando però una questione “razziale” che fa venire i brividi.
Albert Einstein (Ulma, 14 marzo 1879 – Princeton, 18 aprile 1955)Oppenheimer, Einstein, Freud, Marx, Kafka, Bellow, Levi-Strauss, Allen e Dylan. Grandi personaggi dotati di un’intelligenza fuori dal comune. Tutti di origine ebraica. Un caso? Secondo alcuni ricercatori negli Stati Uniti e in Israle, no. Da anni cercano di trovare una radice comune nel Dna del popolo ebraico, e c’è addirittura chi pensa che le straordinarie doti professionali e sociali di queste personalità siano attribuibili alla biologia: chi discende da una famiglia ebraica sarebbe destinato a fare grandi cose nella vita. Un’ipotesi scientifica che, seppur rovesciata ed elogiativa, rimanda con un brivido allo spettro delle teorie razziali.
Qualche anno fa un’analisi genomica svolta presso il Nyu Langone Medical Center di New York, affermava che i diversi gruppi di ebrei, nonostante la diaspora e l’incrocio con popoli differenti, avessero mantenuto non solo le tradizioni culturali e religiose, ma anche numerose sequenze di Dna comuni. E Secondo Harry Ostrer, genetista e professore presso l’Albert Einstein College of Medicine di New York, autore della ricerca e del libro intitolato, Eredità, storia genetica del popolo ebraico, «ricchezza, privilegi, educazione non sono sufficienti per spiegare che molti ebrei siano destinati a diventare avvocati eccezionali o fisici». Una sorta di determinismo biologico insomma.
Gli antenati influenzano il nostro comportamento, anche se non li abbiamo mai conosciuti e non sappiamo neppure chi siano e cosa facessero. E lo fanno grazie all’eredità genetica che si tramanda di generazione in generazione. La biologia ha quindi un peso considerevole per la storia ebraica, come viene spiegato nel libro di Harry Ostrer. Tesi che ritroviamo anche in quello di Raphael Falk, uno dei genetisti più importanti di Israele, Il sionismo e la biologia degli ebrei, ma a cui egli dà un senso diverso.
Entrambi gli studiosi hanno cercato di ricostruire la storia ebraica attraverso studi sul Dna, spinti dalla necessità di trovare un tratto comune del popolo ebraico e individuarne la diffusione attuale nel mondo. L’hanno fatto non seguendo la genetica ordinaria, per cui già dopo due generazioni è probabile che una persona non manifesti nessuno dei tratti distintivi dei suoi antenati, ma tramite l’analisi del cromosoma Y e dei ribosomi. Il cromosoma Y, che si tramanda solo dal padre al figlio maschio, è portatore di pochissimi geni, e in linea di massima, il suo unico scopo è quello di determinare il sesso di un individuo. Così le poche variazioni presenti all’interno di questo gene, possono essere usate per ricostruire la storia dei nostri antenati.
Esaminando il Dna del cromosoma Y di un gruppo di maschi appartenenti a un gruppo etnico e confrontandolo con quello dei cromosomi Y di altre popolazioni, è possibile capire qual è il contributo delle altre etnie su quella in esame. In particolare si riesce a capire in quale proporzione il cromosoma Y, in una data popolazione, deriva da gruppi di interesse storico. Ad esempio, possiamo stabilire quanto i mercanti arabi di schiavi abbiano contributo geneticamente alle attuali popolazioni nere del Sud-Est Africa, se i cromosomi Y degli arabi contengono una particolare sequenza di Dna rara o assente altrove, ma insolitamente frequente tra gli attuali abitanti africani della Tanzania.
L’altra eccezione, che non segue la strada dell’eredità genetica casuale, sono i ribosomi. Piccole strutture cellulari che contengono l’Rna, coinvolti nella sintesi delle proteine. Sebbene entrambi i generi ne siano provvisti, vengono ereditati solo grazie all’incorporazione nelle cellule uovo materne. I ribosomi quindi portano con sé uno stock d’informazioni genetiche materne, senza subire la contaminazione della componente paterna.
I risultati ottenuti, sono stati però utilizzati in maniera differente dai due genetisti. Falk, infatti, considera la biologia un collante, uno strumento in grado di definire gli ebrei come un popolo, un insieme di persone legate biologicamente. «La ricerca biologica è uno strumento utile per dimostrare e confermare i legami tra gli ebrei attuali e la terra che da secoli, in modo inequivocabile, è la colla dei loro legami socio-culturali». Motivazione che rimanda, per lo scienziato, al tema tutto politico del sionismo, con la rivendicazione di un Stato nazionale.
Ostrer, invece, parla di “orgoglio di stirpe”: «Avere 3000 anni di patrimonio genetico può essere una fonte d’identità, e di orgoglio, come lo è avere una storia condivisa, la cultura e la religione». E sebbene questa sia una teoria che suona pericolosa, i collegamenti genetici sono per Ostrer – come spiega in questo articolo su Haaretz – la prova che gli ebrei sono una razza e che la base biologica dell’ebraicità non può essere ignorata. Sempre secondo Ostrer, anche i successi professionali e intellettuali possono essere spiegati su base biologica. Sono già scritti nel loro Dna.
Non viene però fornita alcuna evidenza scientifica sul fatto che esista un “gene della creatività” o “gene dell’intelligenza” e che le qualità intellettuali caratteristiche di molti ebrei, derivino da “geni ebraici”. Non sappiamo nulla sulle variazioni genetiche delle capacità cognitive cerebrali, che non siano legate a patologie, anche perché richiederebbero studi molto complicati. Ma non è detto che non saranno affrontati in futuro per cercare di capire perché gli ebrei abbiano un Quoziente intellettivo medio così elevato e perché, sebbene costituiscano meno del 3% della popolazione, abbiano vinto il 25% dei Premi Nobel assegnati a scienziati americani dal 1950.
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/ostrer-falk-ebrei-geni#ixzz2hxW7x5Cg
- Questo argomento è stato modificato 11 anni, 2 mesi fa da Rahel.
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17 ottobre 2013 alle 15:24 #1237
Anonimole razze non esistono il dna reagisce in base a fattori ambientali quali il cibo e le cose esistenti intorno a te, da li son venute tutte le sfumature delle varie etnie. Per questo ho presentato il mio lavoro a rahel, qui in italia se ne stanno lavando le mani, il dna come reagisce in positivo con l’ambiente reagisce in negativo innescando processi poco simpatici, la cosa che ho scoperto su questo dna è interessante, manca ugt e i primati invece ce l’hanno e ugt è trasportatore di galattosio e metilazione, manco il sistema metabolico è comune, molto probabilmente visto che ci sono altri studi che concordano si tratta di uno dei primi sistemi metabolici mai apparsi sulla terra dove l’uomo non era ancora agricoltore per cui non mangiava molta roba, poi col cambio di abitudini da nomade ad agricoltore si sono cominciati ad aggiungere gli altri geni preposti alla scissione e trasporto zuccheri e il nostro è diventato recessivo e pure a rischio di estinzione. Alla fine ci sono tanti dna per varie combinazioni per salvaguardare la specie. fossimo razze diversi avremmo figli sterili come cavalli e asini che fanno i muli. Se non si osserva la creazione in toto e’ come portarvi davanti la foresta e invece di una foresta data la vicinanza vedete un solo albero. La natura è torah a cielo aperto basta osservare e fare le giuste considerazioni. Ci sono tanti animali che pur appartenendo alla stessa specie hanno caratteristiche diverse esempio tartarughe carnivore e tartarughe che mangiano solo vegetali, ci sono altri rettili che mangiano solo vegetali, ci sono uccelli carnivori e altri che mangiano solo semi etc. spero di esservi stata d’aiuto nella comprensione di come siano andate le cose. alla fine è giusto siamo stati impastati con gli elementi presenti su questo pianeta, quando siamo apparsi su questo molte piante che contengono galattosio di forma alfa non c’erano, sono apparse col cambio climatico dopo la sglaciazione. Probabilmente fu questo che spinse gli ashkenazi ad abbandonare israele per il nord europa secoli fa, un cambio ambientale.
17 ottobre 2013 alle 17:26 #1241
Anonimoriguardo l’intelligenza penso abbia contribuito il metodo di insegnamento ma soprattutto l’istinto di sopravvivenza. la paura fa fare connessioni incredibili al cervello
19 ottobre 2013 alle 21:52 #1251
AnonimoAsckenez fu il fondatore di Reggio Calabria. Arrivò nella punta dello stivale forse in cerca di aree vergini da coltivare e in cui vivere. Penso che forse è vero quello che dice la mia amica Ayn: gli Askenazi si dovettero trasferire quando arrivarono altri dalla Palestina portando quelle coltivazioni, tipiche di quei posti, che loro tanto evitavano… Le stesse coltivazioni che evitavano i Pitagorici (una comunità esoterica presente a Crotone). Si spostarono, quindi, oltre le Alpi e si diffusero in mezzo mondo.
20 ottobre 2013 alle 21:30 #1255
Anonimolo so arena è un posto in calabria è il cognome di mia madre 😀 esatto ha ragione non per niente mi pare abbia demeter nel nickname hehehehe l’isola e il sud era consacrato a demetra non c’erano leguminose era tutto coltivato a grano e cereali. esatto. Son passati anche dalla grecia prima di arrivare in est europa
30 gennaio 2014 alle 20:54 #1465
AnonimoIl termine razza è di uso zootecnico e non zoologico, perché identifica un gruppo animale creato artificialmente dall’uomo. Il gruppo è afferente ad una medesima specie ma è caratterizzato per la presenza di caratteristiche ereditarie comuni che, in modo più o meno marcato, lo identificano come un sottoinsieme differenziato da eventuali altri gruppi cospecifici. Di conseguenza esisterà un coniglio di razza Papillon, un’altro di razza New Zealand Bianco o Nero, Un Gigante di Fiandra o un Ariete Tedesco… Il discorso sarebbe diverso se l’uomo fosse riconosciuto non come creazione di Dio ma come il risultato di un esperimento di selezione genetica ad opera di qualche alieno 😀
21 agosto 2017 alle 06:00 #1944
AnonimoJgjirjie fiwejofwe oijwfoiwejp joiqefj oqpf
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