Essendo io medico e ricercatore, affronterò questo tema, che dal titolo appare molto forte, dal punto di vista di un terapeuta che cerca la via migliore per prendersi “cura” delle persone e portarle verso la “guarigione vera”, essendo convinto che la medicina convenzionale, che io peraltro esercito, nella maggior parte dei casi, è esclusivamente sintomatica e non riesce ad andare alla radice del problema di salute ma solamente a mascherarlo fino alla successiva recidiva, cosa di cui le persone ormai si rendono ben conto, ma, se qualcuno solleva la testa per dichiararlo, ecco che viene considerato con fastidio o guardato con indifferenza o sospetto.
Se poi costui è un addetto ai lavori, allora è un eretico e, se insiste, subisce anatemi.
Porto un esempio fresco fresco.
La signora Doereana (il nome è di fantasia per il rispetto della privacy), immigrata in Italia da diversi anni, mi viene segnalata dai familiari perché fa cose strane, è di umore instabile, ride in eccesso senza motivo, sente “voci” che la minacciano e la perseguitano, e via così. Mi preoccupo e chiamo immediatamente il collega psichiatra del nostro Centro Psico-Sociale di riferimento per ottenere un appuntamento per la signora. Congedo i familiari con l’accordo di portare la signora al CPS per l’ora successiva del mattino.
Perdo di vista i familiari per qualche giorno dopodiché mi si presentano in studio spontaneamente, moglie, marito e figlio, raccontandomi che non erano riusciti ad andare all’appuntamento prefissato ma, il giorno dopo avevano dovuto portare la moglie e mamma al Pronto Soccorso psichiatrico di un Ospedale vicino.
La donna, che avevo visto ridere di gusto (pur, obiettivamente, in eccesso) alle ingenuità del marito, sembrava ora in stato di trance, le palpebre abbassate, la bocca in una smorfia,la voce roca, lo sguardo profondamente triste che rivelava il suo dolore e il suo disagio. Era venuta a contatto con la psichiatra del Pronto Soccorso che l’aveva “sedata” con farmaci antipsicotici maggiori, praticamente una camicia di forza chimica.
La signora non dava più fuori da matti, sembrava tranquilla, ma non rideva più col marito, era preoccupata, sembrava che sentisse una costrizione interiore che le impediva di esprimersi e questo, chiaramente, limitava la sua vita. Le era stato detto di continuare i farmaci a quelle dosi e di tornare al controllo in Ospedale ma lei era decisa a non prenderli più e a non farsi più vedere da quell’”aguzzina”. “Non posso sentirmi così… ottusa” diceva, usando un termine più…popolano, “non riesco a ragionare in modo limpido, sono stanca, mi gira la testa, io non li prendo più …”.
E io? Cosa pensate che abbia fatto? Dovete sapere che il Medico di Medicina Generale (MMG), quale io sono, si trova spesso tra due fuochi, il paziente, a cui vuole bene e che cerca quindi di aiutare al massimo con la sua saggezza e con gli strumenti scientifici che ha, e, chiamiamola, la struttura, che comprende, oltre ai vari uffici amministrativi, anche gli specialisti ASL, che, il più delle volte, non conoscono il paziente e producono interventi standard inseriti in un protocollo che vale per tutti.
Ma, per me, quella donna era una persona a cui volevo bene, mi aveva “scelto” come Curante e io mi sentivo responsabile della sua salute e del suo benessere per cui le dissi :”Proviamo a telefonare alla Collega e sentiamo se possiamo cambiare terapia o sospenderla”. La Collega non c’era e nessun altro poteva parlare con me. Dovevo richiamare il giorno dopo.
Io mi sentivo profondamente parte del disagio di quella donna e, sebbene non volessi mettermi contro alla collega Psichiatra, dentro di me sapevo che la sua preoccupazione principale non era stata quella del completo benessere della mia paziente ma quella di sedarla in vista di possibili escandescenze, e anche in vista di possibili ripercussioni medico-legali, cosa che chiamiamo oggi “medicina difensiva”.
Non ho fatto parola di questi miei pensieri alle persone davanti a me, pur tuttavia, qualcosa deve essere trapelato perché la Signora si andava rafforzando nella sua idea di non assumere i farmaci e il marito stava montando su tutte le furie dicendo che sarebbe andato al più presto in Ospedale a parlare con i medici della psichiatria per “fargliela vedere lui”.
Il giorno dopo ho telefonato alla Collega, che, però, mi ha liquidato con due parole di routine: “la terapia è quella, mandami la signora per i controlli”.
Dov’è qui il Dogma, l’Eresia, l’Anatema?
La nostra Medicina è dogmatica, si fonda su postulati obiettivabili, ma è anche direzionata su parametri non propriamente scientifici. Abbiamo visto, nel mio articolo precedente, come tutta la Microbiologia e l’orientamento terapeutico correlato sia stato pesantemente condizionato dalla scelta delle Scuole di Medicina Ufficiale di seguire le idee di Pasteur, piuttosto che quelle di Béchamp e successori.
La scelta della terapia quasi esclusivamente farmacologica e chimica è stata anch’essa guidata da grossi interessi economici, a partire dal gruppo Rockefeller degli inizi del XX secolo, quando, dopo aver controllato banche e petrolio, il gruppo trovò la strada, per i suoi nuovi investimenti, del corpo umano e riuscì a decuplicare i suoi profitti investendo sulla farmaceutica. Allora, Scuole e Università furono fondate da quello Sponsor, migliaia di studenti di medicina istruiti, e professionisti furono formati ma su un unico fondamento: l’intoccabilità del DOGMA del farmaco.
Non c’erano terapie naturali, non c’erano terapie fisiche o elettromagnetiche, terapie quantistiche, energetiche o spirituali, perché? Perché non creavano profitto, business. O meglio, potevano esserci solo a condizione di venire conglobate nel sistema vigente, perdendo la loro natura profonda ( vedi omeopatia e agopuntura, per esempio).
La Psichiatria, sebbene, a mio parere, avrebbe dovuto discostarsi dal materialismo della medicina di cui fa parte, in realtà ne condivide il meccanicismo: sintomo= farmaco; paziente agitato= sedazione chimica o fisica; crisi psico-motoria= ricovero coatto.
Questi sono i dogmi. Non credo che tutto avvenga sempre per il bene del paziente. Spesso è la paura il motore dei provvedimenti terapeutici. Paura da parte dei familiari di non riuscire a gestire il “malato”, paura da parte del terapeuta di lasciare un “malato” senza controllo e conseguente paura del pericolo da parte della società.
Credo che questa paura derivi semplicemente dal fatto che la causa vera e profonda della malattia psichiatrica sia ancora completamente sconosciuta; che, sotto sotto, nell’angolino più recondito della loro coscienza, gli psichiatri temano di aver a che fare con gli “indemoniati” di buona memoria evangelica che per guarire ebbero bisogno del potere miracoloso di Gesù Cristo (che loro non hanno, ovviamente) e che si ricorra al farmaco per poter avere il “controllo” del malato e poter così “dominare la natura”. Tale era l’intento di Francis Bacone nel ‘600, uno dei fautori del meccanicismo, un dogma che è tutt’ora alla base della “scienza”medica.
L’eresia è andare contro questo modo di pensare o anche semplicemente ipotizzare che ci possano essere delle cause più naturali, biologiche, come dice il dr Ryke Geerd Hamer nella sua Nuova Medicina Germanica (NMG) o la dottoressa Daniela Carini e Fabrizio Camilletti nella loro Medicina Biologica Emozionale (MBE) che, della NMG, è l’evoluzione..
Un conflitto biologico speciale (DHS, Dirk Hamer Syndrome) starebbe all’origine dei tumori e di tutte le malattie oncoequivalenti mentre un doppio conflitto (uno per emisfero cerebrale) sarebbe la causa delle diverse situazioni psichiatriche, e viene chiamato “costellazione”, come ad esempio la costellazione manico-depressiva, quella megalomane, quella mitomane o quella asociale, e in più tante altre che non è il caso di nominare in questo contesto.
L’ERESIA è soltanto poter pensare che una malattia, fisica o psichiatrica che sia, possa essere osservata senza paura mentre segue la sua evoluzione naturale e che, con la sola assistenza amorevole e consapevole del terapeuta, senza farmaci, possa avviarsi verso la guarigione, anzi, sia la guarigione. Questo succede perché la cosiddetta “malattia” altro non è che una parte di un processo speciale biologico e sensato della natura ( programma SBS) che la natura, benigna, non maligna, come pensava Leopardi, usa per risolvere situazioni drammatiche e inaspettate che altrimenti non riusciremmo a risolvere da soli. E, per farlo, coinvolge tessuti, organi e apparati a seconda della loro derivazione embriologica, i quali vengono attivati producendo cellule (proliferazione cellulare = tumore) oppure riducendole (ulcera e necrosi cellulare) oppure alterando le loro funzioni in senso maggiorativo o diminutivo.
Semplicemente per aver scoperto e diffuso queste cose meravigliose, tra l’altro suffragate da diverse prove scientifiche, il dr Hamer è stato minacciato, gli è stata intimata l’abiura e, al suo rifiuto, è stato perseguitato, a cominciare dalla cancellazione dall’Ordine dei Medici a cui apparteneva, è stato posto in carcere, e oggi vive come un fuggiasco, rifugiato in Norvegia dove, ormai quasi ottantenne, continua la sua ricerca tra seguaci entusiasti, persone grate, da lui aiutate e guarite e oppositori feroci, che lo tacciano, per soprammercato, di antisemitismo e negazionismo.
L’ANATEMA, quando viene scagliato, non va per il sottile. Chi esce dallo status quo è sempre un po’ matto. Se poi va contro gli interessi delle lobbies del momento allora è da zittire, da eliminare.
La cosa è successa al prof. Luigi Di Bella, scopritore di un metodo alternativo di cura per il cancro e perseguitato per questo fino ad attentare fisicamente alla sua vita, come da lui stesso raccontato, ed è successa al dr Hamer, ridicolizzato ed emarginato dal mondo scientifico accademico, per essersi scagliato contro il sistema sanitario tedesco, che lasciò morire tra atroci sofferenze suo figlio diciannovenne ferito, senza adeguata assistenza, ma soprattutto per aver scoperto un metodo alternativo di cura del cancro che coinvolge la natura e quindi non costa nulla, se non il compenso per il terapeuta, quando questo lo richieda, e mette in profonda crisi gli attuali sistemi di cura fondati sulla lotta inesorabile contro un nemico da battere, virus, batteri o cellule cancerose che sia, e quindi coinvolti in un giro di affari economici inestimabile, dovuto soprattutto alla organizzazione dei costosissimi armamenti (antibiotici, chemioterapici, radioterapia, chirurgia).
L’anatema è stato scagliato anche verso tantissimi altri nella Storia, rei di aver ipotizzato una realtà diversa da quella in cui viviamo normalmente e spesso “inconsapevolmente”.
Come dico sempre ai miei pazienti in sovrappeso: cambiare le abitudini è la cosa più difficile per un essere umano!
Se siamo convinti che toglier le tonsille sia il rimedio per il mal di gola allora le togliamo, e spingiamo per toglierle, e consideriamo poco professionale, “matto”, quel medico che dovesse dire di non farlo.
Questo succedeva negli anni ’60, salvo che, oggi, si è capito che è meglio non togliere le tonsille così facilmente. Se ci sono, avranno una funzione, perciò, se le togliamo, potremmo provocare un handicap al nostro corpo. Ci si è avvicinati alla natura e l’eretico di un tempo è diventato il saggio o addirittura il profeta di oggi.
E’ successo a Joseph Smith, il profeta mormone, il fondatore della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi Degli Ultimi Giorni.
La Sua Visione di Dio Padre e di Suo Figlio Gesù Cristo nel Bosco Sacro, situato a Palmyra, Stato di New York, nel 1820, in cui il Signore in Persona gli diceva di non unirsi a nessuna Chiesa vigente perché erano tutte in errore, provocò una serie infinita di persecuzioni contro di lui.
Il DOGMA religioso del tempo non poteva accettare che Dio parlasse ancora direttamente agli uomini né tantomeno che chiamasse ancora un Profeta, come ai tempi di Noè o di Isaia, per lavorare al Suo servizio; addirittura, in questo caso, per restaurare la Chiesa Primitiva fondata da Gesù Cristo, andata in apostasia per lunghi secoli.
Furono scagliati ANATEMI, Joseph fu tacciato di ERESIA e condannato a morte per questo; la Chiesa neofondata rimase senza il suo Capo e le fu preconizzata una breve vita, ma sta di fatto che, oggi, la Chiesa di Gesù Cristo Dei Santi Degli Ultimi Giorni è diffusa in tutto il mondo, dall’America all’Australia, con i suoi oltre 14 milioni di membri, peraltro in crescita rapida, la più rapida tra tutte le Chiese, e il libro di Mormon diffuso in 176 lingue. Joseph Smith, il ragazzo quattordicenne che vide il Padre e il Figlio, è conosciuto e rispettato in tutto il mondo come il Profeta mormone e un suo successore, chiamato da Dio, è il Profeta moderno che guida la Sua Chiesa (come avrete capito, io credo profondamente in questo e ne sono fiero) oggi sulla Terra. Ciò che un dì fu condannato come eretico è oggi una realtà organizzata in tutto il mondo e conosciuta per i suoi missionari, i suoi templi, i suoi aiuti umanitari nelle catastrofi di ogni tipo e in ogni luogo.
Per non parlare di Galileo Galilei e della Terra che gira intorno al Sole! Dogma, eresia, anatema, fino all’assunzione della verità dell’”eretico”.
Evidentemente agli uomini non piace, o meglio, non conviene né sono in grado di cambiare le cose attorno a cui si sono consolidati credenze ed interessi magari epocali e preferiscono continuare nelle loro abitudini e credenze, anche se ormai decrepite e, magari, nel loro intimo, riconosciute come sbagliate o comunque problematiche da gestire per la comunità.
Poi arriva un illuminato, un profeta, un uomo chiamato da Dio, o semplicemente un uomo ispirato e coraggioso che ha l’ardire di dire le cose come sono e indurre un cambiamento, una evoluzione verso il meglio.
E allora avviene la rottura del dogma, proprio grazie a uno o più di questi “eretici”, che potremmo anche chiamare visionari, che subiscono anatemi per aver visto in anticipo una realtà che viene poi riconosciuta da tutti come vera e accettata.
Una ultima notazione: un piccolo anatema è stato scagliato anche dai miei pazienti eretici verso la psichiatria dogmatica tradizionale: che sia l’inizio di una presa di coscienza e di un cambiamento in avanti per il genere umano?
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