All'inizio della creazione, era previsto che l'albero avesse lo stesso sapore del frutto. Tutte le azioni che hanno uno scopo spirituale superiore sarebbero dovute esser sentite dall'anima con la stessa sensazione di elevazione, di gioia e piacere che proviamo nell'immaginare la meta stessa. Ma l'esistenza terrena, l'instabilità della vita, la stanchezza di mente quando intrappolati nella corporeità, lo hanno portato a gustare solamente il frutto del raggiungimento dell'obiettivo finale, che incarna l'ideale primario, e non sentire che nella finalità il piacere e lo splendore. Ma gli alberi che portano frutto, con tutto ciò che è necessario per la crescita del frutto, sono diventati materia ordinaria e hanno perso il loro gusto. Questo è il difetto della terra in cui è stato maledetto quando Adam era anche maledetto.
L'albero aveva lo stesso gusto del frutto, e tornerà ad avere lo stesso sapore del frutto: così, dobbiamo imparare a gioire non solo delle mete che abbiamo raggiunto, ma gioire anche del percorso faticoso che conduce ad esse, anticipando la gioia della realizzazione finale!
Un racconto hassidico, esprime altrimenti lo stesso concetto:
Una voce parlò: “hai perduto la tua parte nel Mondo Futuro.” “Bene” disse il Magghid di Mezerici, “la ricompensa è abolita, ora posso veramente cominciare a servire”.
Detto in altri termini:
La ricerca della verità è più preziosa del suo possesso.
C'è una Santità costruttiva e una santità distruttiva. La prima è un bene manifesto, mentre la seconda è un bene nascosto. Essa non distrugge se non in vista di costruire qualcosa di superiore a ciò che esisteva già...un mondo nuovo riempito di una grande Luce! Solo il bene abbonda senza restrizione, ogni male e ogni abominazione sono stati esclusi dal principio da sempre, poiché in verità non è mai stato, non è e non sarà: non esiste che la luce di H' e la sua bontà"