ISRAELE

 

Sebbene la comunità d’Israele sia tradizionalmente associata alla sefirà malkut, Abbiamo messo Israele in corrispondenza della sefirà daat che significa conoscenza ed è la sefirà nascosta, segreta:
questa sefirà compare la prima volta nella Torah per parlare dell’unione fisica di Adam con Eva.

Perché prendere la pioggia come simbolo d’Israele?
Perché la terra d’Israele è una terra povera di risorse idriche resa fertile dalle acque piovane: la pioggia è un dono legato all’osservanza delle mitzvot, così come viene espressamente detto nella preghiera dello Shemà Israel che noi ebrei recitiamo tre volte al giorno.
L’acqua non viene dal basso ma dall’alto ed è risposta alla preghiera del popolo: durante l’inverno nella preghiera dell’Amidà chiediamo a D’ il dono della pioggia e d’estate imploriamo il dono della rugiada.

 

SHMITA’

Inauguriamo il nostro sito in quest’anno 2008 che, secondo il calendario ebraico, corrisponde all’anno di Shmità.

La Shmità compare secondo un ciclo di sette anni ed è, secondo la Torah, lo Shabbat della Terra d’Israele: la Terra che D’ dà in eredità ai figli d’Israele Gli appartiene in modo esclusivo.
L’Altissimo è il Solo Padrone di questa Terra.

“Parla ai figli d’Israele e dì loro: quando sarete entrati nel paese che Io vi dono, la terra sarà sottomessa ad un riposo in onore dell’Eterno. Sei anni seminerai il tuo campo, sei anni lavorerai la tua vigna e ne raccoglierai il frutto. Ma il settimo anno, un riposo assoluto verrà accordato alla terra […] Non seminerai il tuo campo, né poterai la tua vigna. Il frutto dei campi che spunterà spontaneamente non lo taglierai, non vendemmierai l’uva della tua vigna: sarà un anno di riposo per la terra.
Se voi dite: cosa mangeremo il settimo anno, poiché non possiamo seminare, né raccogliere le nostre raccolte?  Accrescerò talmente la mia benedizione durante il settimo anno, che la terra produrrà una raccolta per tre anni, e quando seminerete l’ottavo anno, vivrete della raccolta antecedente; fino al nono anno, finché venga effettuata la raccolta, vivrete di quella precedente”
(Vayikra/Levitino 25,2-7.20-22)

 

Come non parlare dunque del rapporto degli ebrei che hanno con questa terra tanto contesa e provata da guerre e lotte intestine?!

La presenza di questo popolo sulla sua terra svolge una funzione spirituale di portata cosmica. La terra d’Israle priva del popolo ebraico è come un corpo privo d’anima. Ed è per questo che il ritorno del popolo d’Israle su questa terra non ha solo determinato una resurrezione nazionale ma anche una trasformazione della terra arida in fertile giardino: è nota a tutti la laboriosissima attività bonificatrice degli infaticabili pionieri del sionismo riuniti nei primi kibbutzim, che hanno trasformato immense zone paludose in fertili piantagioni.

Il tema è quanto mai attuale e scottante per molti,
ma ci teniamo a sottolineare che il nostro approccio non ha alcuna connotazione politica, ma segue gli insegnamenti spirituali contenuti
nella nostra tradizione religiosa.

 

RAV KOOK

Il ritorno degli ebrei dispersi nella Terra dei padri, annunciato dai profeti, è segno visibile del Ritorno cosmico all’uno che sta avvenendo a livello planetario.

Abraham Ytshaq Hacohen Kook, meglio conosciuto come Rav Kook,
è il grande maestro al cui insegnamento si ispira oggi il movimento religioso sionista.

Ripetiamo che tutto ciò che diremo a proposito d’Israele non vuole avere nessuna connotazione politica, ma si ispira all’ottica kabballistic che è anche alla base di tutto il pensiero di Rav Kook.

 

 

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