KETUBAH, LA NOSTRA IDENTITA’ EBRAICA
La ketubah è il contratto di matrimonio ebraico per mezzo del quale il marito si impegna a sovvenire ai fabbisogni materiali della sposa (nutrimento, vestiario, dovere coniugale) e a versare alla sposa una somma di denaro ben definita in caso di divorzio.
Contrariamente a ciò che a volte si crede, la ketubah non è un atto di acquisto della donna, ma un antico mezzo –possiamo dire una vera innovazione d’avanguardia rispetto ai tempi in cui venne stipulato- che mirava a costringere l’uomo a farsi garante della salvaguardia dei diritti della donna.
Con la parola “denaro-argento”, kessèf, la ketubah vuole esprimere il “desiderio ardente”, kessìf, che l’uomo prova per la sua donna.La ketubah è anche l’atto giuridico per mezzo del quale è possibile dimostrare la propria ebraicità: la ketubah dei nostri genitori e nonni è il documenta che testimonia la nostra appartenenza al popolo d’Israele.
Quando scegliamo di realizzare la nostra ketubah, dobbiamo prendere atto dell’importanza che questo documento avrà nel corso della nostra vita di coppia, dei nostri figli e nipoti.La storia dell’ebraismo italiano in particolare vanta un’antichissima produzione di ketubot artisticamente lavorate, molte delle quali oggi esposte nei più grandi musei del mondo.
Questa usanza di decorare la ketubah, sebbene sia un fenomeno sviluppatosi nell’ambito dell’ebraismo influenzato dalla cultura europea, ha ormai preso dimensioni universali: sempre più numerosi sono gli ebrei di ogni parte del mondo che cercano una ketubah originale e personalizzata in cui sigillare l’unicità della propria storia d’amore.Secondo Rashì la Torah stessa è la ketubah fra il Santo, sia Egli Benedetto e Am Israèl, ossia il contratto di matrimonio che Hashèm ha stipulato prendendo la comunità d’Israele in sposa.
Commentando il passo della Torah in cui Moshè spezza le due tavole di pietra (su cui erano incisi i cosiddetti “Dieci Comandamenti”), Rashì riporta un midrash secondo il quale il popolo d’Israele caduto nell’idolatria, è reo di adulterio nei confronti del suo divino Sposo. Moshè spezza le tavole, ossia strappa la ketubah fra Hashèm e Israele, in modo tale che se il Re del mondo volesse ripudiare la sua sposa o condannarla a morte, gli si possa dire: “Non è ancora tua moglie!”: Moshè così costringe D’ a redigere un nuovo contratto di matrimonio, ossia le nuove tavole.A dimostrazione di questo i Maestri ci dicono che Moshè, facendo bere agli israaeliti, la polvere dell’idolo frantumato dissolta in acqua (Es 32,20) li sottomise alla prova delle acque amare che la donna infedele doveva bere dinanzi al Sommo Sacerdote del Tempio.
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