ATEISMO E KABBALAH
Alcune persone si scandalizzano nel vedere che un sito di Kabbalah offra spazio al padre dell’ateismo Carlo Marx.
La presenza di questo personaggio è dovuta in parte alle sue origini ebraiche e in parte al fatto che nella Kabbalah ebraica c’è anche posto per l’ateismo, inteso non come negazione dell’esistenza di D’, ma in quanto assenza della presenza divina da questo mondo.
Se è pur vero che ogni cosa che esiste nell’universo è traccia del suo Divino Autore, tuttavia è anche vero che la creazione stessa è l’abito dietro cui si veste e nasconde. La Kabbalah luriana ci parla di un luogo vuoto della presenza divna, hallal panui, un luogo “ateo” in cui non ci sono più risposte.Dice Rabbi Nachman di Breslev:
“C’è uno spazio vuoto nel quale non c’è alcuna presenza divina (se così possiamo dire). In questo modo, è impossibile trovare risposta a queste domande che provengono dallo spazio vuoto, risposte che qui significano “D’”. perché se D’ si trovasse anche lì, lo spazio non sarebbe vuoto e tutto sarebbe infinito e la creazione sarebbe impossibile”In effetti è grazie a questo vuoto, prodotto dal ritiro-restringimento di D’, chiamato Tsim-Tsum, che la creazione può essere autonoma e prendere posto. Come nel caso di una donna incinta che fa spazio dentro di sè ad una creatura altra da sè, D’ fa dello spazio vuoto in sé affinché la creazione possa essere separata e distinta da Lui e possa crescere ed evolversi liberamente.
Dobbiamo inoltre sapere che la kabbalah è la scienza delle corrispondenze e della conciliazione degli opposti, nonché l’armonica convivenza delle contraddizioni: se dal popolo ebraico è uscita la Torah, testimonianza vivente della presenza di un Unico D’, dal popolo ebraico è scaturita anche la sua negazione.
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