Baruk Nachshon

 

Baruch Nachshon è nato nel 1939, nella città di Haifa.
Nachshon ha iniziato a dipingere fin dalla prima infanzia, e ha sviluppato il suo rapporto con l'arte e gli artisti durante tutta la sua gioventù.
Al termine il servizio militare il giovane artista è stato lacerato tra la tentazione di un viaggio a Parigi, centro culturale del mondo dell'arte, e il suo profondo amore per la terra d’Israele, centro spirituale del mondo ebraico.
La scelta di rimanere in Israele, ha permesso a Nachshon di studiare sotto la guida di Shlomo Nerani, il solo allievo con il quale Cezanne aveva stretto una profonda amicizia.
Nachshon, che Nerani considera come il suo erede spirituale, è stato l'unico dei suoi studenti a cui abbia permesso di vederlo sul luogo di lavoro.
Nel 1965 Nachshon è stato invitato ad una sessione privata di tre ore con il Rebbe di Lubavitch, Menachem Mendel Schneerson, a New York.
Il giovane artista ha colto l'occasione per condividere le sue preoccupazioni e le perplessità circa il ruolo dell’artista del popolo ebraico e dei suoi molti conflitti.
Il Rebbe benedetto disse a Nachshon che per molte generazioni l'arte e la pittura avrebbero dovuto trovare la loro ultima rettifica nella santità, ma che con l'aiuto di Dio, egli avrebbe potuto anticipare questa rettificazione.
Il Rebbe ha poi offerto di finanziare gli studi di Nachshon a New York, a condizione che egli possa trovare un programma di studi ebraici compatibile con i valori religiosi.
Per sottolineare l'importanza della cultura ebraica della città di Hevron, dove attualmente risiese, Nacshon ha aperto una galleria d’arte accanto alla Tomba dei Patriarchi.
Nachshon dipinge ciò che vede con gli occhi di un pittore ispirato, comunicando tali visioni del mondo.
Molti dei suoi dipinti descrivono visioni del futuro, del mondo dopo la sua redenzione finale, di un mondo dove tutto è pace e gioia e, dove la rivelazione divina è elargita a tutti.
Fino a quel momento, i dipinti di Nachshon vogliono offrire un assaggio di quello che potrebbe essere, di ciò che dovrebbe essere e di quello che sarà il lavoro, quando l'umanità avrà raggiunto il suo completamento con successo. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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