RICORDIAMO I MORTI SENZA DIMENTICARE I VIVI:
se il ricordo del passato non cambia il nostro presente, diventa solo ipocrita retorica…
Fra pochissimi anni saranno scomparsi dalla terra gli ultimissimi testimoni dell'inferno umano. La metà di essi vive ancora oggi nella miseria e nella solitudine.
NON RESTIAMO INDIFFERENTI: restituiamo a questi nostri fratelli la dignità che è stata loro rubata; aiutiamoli a vivere dignitosamente almeno gli ultimi anni della loro vita.
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La denuncia della Jewish Claims Conference:
Ben 259.500 deportati nei lager, testimoni dell'orrore, vivono sotto la soglia dell'indigenza Tra loro 104.000 sono in condizione di miseria assoluta.
Non solo la povertà, ha ricordato Hetiberger, ma anche la malattia e la solitudine gravano su queste persone, «abbiamo la responsabilità di garantire a questi anziani sopravvissuti una vecchiaia dignitosa. La Jcc insieme a altre organizzazioni ebraiche ha espresso in questo giorno della memoria la necessità di discutere a livello mondiale i programmi di aiuto alle vittime». «Sessantacinque anni fa queste persone, oggi in così grave disagio, sono riuscite a sfuggire a quella condanna a morte universale che i nazisti avevano appeso sulla testa del popolo ebraico. Fa male pensare che oggi, 65 anni dopo la liberazione di Auschwitz, proprio queste persone siano così povere da dover decidere tra l'acquisto di medicinali o il cibo - ha detto Julius Barman presidente della Claim Conference - il miglior modo per restituire un pezzo di giustizia è prendersi cura di loro nel momento del bisogno. In questo la Germania e l'Europa sono loro debitrici».
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Fra pochissimi anni dunque saranno scomparsi dalla terra gli ultimissimi testimoni dell'inferno umano. Gli ultimi eroi che hanno avuto il coraggio di continuare a vivere e a credere nella vita e negli uomini dopo l'orrore dei campi di sterminio nazista, piano piano stanno abbandonando questo mondo. La metà di essi vive ancora oggi nella miseria e nella solitudine: alcuni di loro necessitano di cure odontoiatriche molto care, altri non hanno neppure il denaro sufficiente per scaldarsi l'inverno; altri invece sono semplicemente soli, hanno bisogno di una presenza amica capace di ascoltarli, e di sentire che la loro presenza in questo mondo non è stata vana, ma costituisce per il popolo ebraico e per l'umanità intera un tesoro prezioso di inestimabile valore. Abbiamo pochi anni dunque per fare ancora qualcosa, per rimediare in qualche modo all'ingiustizia che continuano a subire ancor oggi.
Molte persone versano già dei contributi alle associazioni benevole che si occupano dei superstiti della Shoah. A coloro che, per svariate ragioni, si rifiutano di passare per le grandi associazioni, Kabballart offre invece la possibilità di "adottare" una singola persona, precisando le sue esigenze specifiche. Verrà offerta la possibilità al donatore di versare il proprio contributo direttamente sul conto bancario della persona adottata, senza bisogno di passare per la mediazione di enti ed associazioni. Verrà inoltre offerta la possibilità di contattare la persona "adottata" per telefono e di organizzare incontri ed ospitalità durante l'anno, in modo particolare in concomitanza con le festività ebraiche, mirati a costruire un rapporto di fraterno aiuto e reciproco scambio.
Con il contributo dell'associazione benevola Yad Sarah, forniremo a quanti lo chiederanno la lista dettagliata di quei superstiti della Shoah che hanno bisogno d'aiuto sia materiale che morale.
Ogni contributo a questa iniziativa non rientra nell'ordine dell'elemosina né della carità ma della giustizia che deve essere ristabilita.
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